Vi proponiamo una bellissima intervista fatta a Daniel Gillies, magnifico interprete del carismatico e potente Elijah Mikaelson, il maggiore dei Fratelli Originari.
Con il suo consueto modo diretto ed onesto, Daniel parla di The Vampire Diaries, The Originals e dei vampiri in generale, dimostrando di conoscere l’argomento.
E, forse forse… si lascia scappare qualcosa di potenzialmente interessante.
Attenzione, pericolo spoilers!!
Daniel Gillies ci parla di “The Vampire Diaries” e “The Originals”.
Questa mattina ho avuto il piacere di chiacchierare con Daniel Gillies, star sia di “Saving Hope” sulla CTV sia del nuovo show “The Originals”, spin-off di “The Vampire Diaries”, che andrà in onda sulla CW. Daniel ha anche scritto e diretto il suo primo film “Broken Kingdom” che ha debuttato nel 2012, in cui recita insieme alla moglie, Rachael Leigh Cook.
Tra il debutto in Canada domani [il giornalista intendeva il 25 giugno, l'intervista è stata rilasciata il giorno prima, il 24, n.d.a.] della seconda stagione di “Saving Hope” e la partenza in autunno di “The Originals”, Gillies è ovviamente incredibilmente impegnato – nonostante tutto, però, non vede l’ora di cominciare il suo prossimo progetto cinematografico.
Ho chiesto a Daniel della sua esperienza con Elijah, il vampiro immortale e star di The Originals sulla CW.
TVRage: Prima di tutto, congratulazioni per “The Originals” che è stato scelto!
Daniel Gillies: Grazie mille amico.
TVR: Elijah è sopravvissuto per secoli; è qualcosa che devi tenere a mente quando giri ogni nuova scena? Il suo passato ed il suo essere senza età influiscono nel modo in cui reciti ogni nuova scena?
DG: Questa è davvero una bella domanda. E’ particolarmente difficile tornare da Elijah dopo aver interpretato Joel [il dr. Joel Goran è il personaggio che Daniel interpreta in “Saving Hope”]. Non funziona come un interruttore. Per me Joel è molto sciolto e vivo e, per così dire, posso portarlo fisicamente ovunque. E’ molto umano, molto simile a me. Con Elijah devo apportare un certo grado di peso e comando. Sfortunatamente come persona proprio non ce l’ho. Voglio dire, penso che ognuno di noi abbia queste caratteristiche, ma c’è una specie di frequenza con Elijah che devo trovare… una cadenza particolare. Non so perché gli ho dato un suono, un accento ed un’andatura così difficili – è quasi teatrale. E lo dico in modo affettuoso. So che alle persone piace molto di più quando le cose diventano esagerate in modo ridicolo. C’è una sorta di pericolo con Elijah tutto il tempo, ma devo renderlo attraverso una specie di calma e confidenza. Credo lui sia un po’ divertito da tutto quello che traspira. Non sembra mai veramente in pericolo, anche quando è minacciato. E’ un personaggio interessante, sono stato molto fortunato a interpretare questo ruolo.
E nessuno si aspettava che Elijah rimanesse in giro per tutto il tempo che poi è stato presente. Più percorrevo questa strada, più questa cosa mi diventava evidente. Sono sicuro che molti amanti potrebbero confessarti che fanno delle specie di scenette l’uno dell’altro – come qualcosa che potresti fare per esempio con i compagni di scuola da ragazzino. Tipo imitare uno dei tuoi insegnanti o uno dei tuoi amici – il pezzo diventa la sua stessa energia, capisci? E in un certo modo continuo a scoprire Elijah tutto il tempo. Le sue qualità romantiche per esempio. Ovviamente le esploro attraverso il copione che mi viene dato, quando vengono rivelati certi aspetti della sua storia, ma sinceramente, sono io che aggiungo quei dettagli che poi restano impressi nelle persone. Le persone veramente sentono qualcosa per quest’uomo e la cosa mi tocca profondamente. Intendo dire, ovviamente c’è alle spalle un complesso processo creativo, ma quello che è chiaro è che si tratta di una creazione reciproca: non era stato scritto per niente in questo modo. Non era possibile leggerlo così sulle pagine. E’ stato un grande onore il poter dare un tocco di umorismo e pathos a qualcuno che sarebbe potuto essere molto più bidimensionale. E un po’ come mi capita per “Broken Kingdom” [il film debutto di Gillies come scrittore e direttore nel 2012], quando guardo Elijah mi chiedo se farei di nuovo le stesse cose con il personaggio – in verità no, degli oltre venti episodi girati penso che me ne siano piaciuti solo due, forse. Forse. E non è per crocefiggermi, o che io non creda in me stesso come artista, è solo che è così e basta.
TVR: Beh, fortunatamente hai un esercito di fans a cui sono piaciuti tutti gli episodi! Quindi li ameranno loro abbastanza anche per te, credo. Un’altra domanda su Elijah: come hai detto, lui ha veramente questo peso su di sé. A volte può essere descritto come molto calmo e composto… altre volte è spinto fuori da questo stato. Ero curioso di sapere, visto che tu sei l’unica persona che mi può dare questa risposta: tu vedi Elijah come una persona calma che viene spinta troppo oltre, o c’è sempre una specie di caos dentro di lui che cerca di tenere sotto controllo?
DG: Piuttosto interessante. Penso che essere fratello di Klaus lo porti ad avere un certo caos interno, che cerca sempre di tenere sotto controllo. Questa è la risposta breve alla tua domanda. Negli anni mi ha sempre confuso vedere gente che interpretava spiriti immortali o personaggi che erano stati in giro per un paio di centinaia di anni, mi confonde vederli comportarsi in maniera incostante, tempestosa o precaria. Perché non avrebbero dovuto imparare una cosa o due? E capisco che sia parte della bellezza del folklore sui vampiri: quando guardi a Lestat [dai romanzi di Anne Rice] che è stato in giro per circa 200 anni, ma che, riguardo la sua maturità, è ancora nella sua infanzia. Ma credo che parte del fascino intrinseco del vampiro è che siamo quello che siamo e non possiamo realmente scappare. Stefan è Stefan, Klaus è Klaus, Elijah è Elijah. Sono intrinsecamente quelli che sono. Ma credo che la cosa che mi abbia sempre sconcertato sia perché, nel tempo, non acquisiscano un certo grado di potere, o gravità, o almeno di comprensione.
Immagino che se esistesse una creatura che potesse vivere per così lunghi periodi di tempo, dovrebbe avere una profonda tristezza e un’ammirazione per l’umanità. Non so. E’ talmente una bella idea quella del vampiro. Posso capire perché le persone ne siano innamorate, è un’idea infinitamente bella.
TVR: Assolutamente. Quindi, giusto per stuzzicare tutti noi, tuoi fans: in cosa credi che “The Originals”sarà diverso da “The Vampire Diaries”? Che cosa ci possiamo aspettare?
DG: Penso sarà molto più incentrato sulla famiglia, i copioni ritornano sempre sulla famiglia. I legami e, oso dire, a volte anche le manette della famiglia. Penso sarà un po’ più cupo. Credo sarà un po’ più adulto. Voglio dire [Joseph Morgan, che interpreta Klaus] ed io stesso siamo più grandi degli altri. In verità [Ian Somerhalder, che interpreta Damon] ha la nostra stessa età. Ma noi siamo più vecchi. Penso che questo porti con sé un certo tipo di energia e naturalmente devi scrivere per questa. Anche se noi abbiamo centinaia di anni e in teoria non c’è poi così tanta differenza di età con gli altri vampiri, penso che dobbiamo comunque scrivere di conseguenza. Soprattutto quando inserisci nuovi amanti nella storia.
Accidenti, se mi citi sui nuovi amanti, i fans lo odieranno! Loro sviluppano veramente delle “fedeltà”. Odiano veramente sentire che qualcuno nuovo possa arrivare sulla scena. Fortunatamente, c’è una specie di amnesia con i fans. Si ricorderanno un certo personaggio o storia romantica, finché qualcun altro di veramente fantastico non li soppianta. Poi sono contenti di dimenticarsene.
Ma credo che lo show sia più oscuro, più adulto, Penso che ci saranno più incantesimi e magia, anche perché è ambientato a New Orleans. E credo anche vedremo molti più conflitti. Un po’ strategico… ci sarà una battaglia per rimpossessarsi di questo regno. Una battaglia quasi di tipo mafioso con Elijah e Klaus che usurpano quello che una volta era il loro regno.
TVR: Sembra grandioso! Apprezzo molto il tempo che mi hai dedicato oggi.
DG: Grazie amico.
fonte
TVD Italia
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