«Oggi faremo dei biscotti!»
Quando Elena accoglieva in casa le sue migliori amiche con una frase del genere, Caroline e Bonnie erano solite scambiarsi sguardi impauriti, preoccupate di una possibile indigestione dovuta alla scarsa inclinazione di Elena a cucinare qualcosa che fosse lontanamente mangiabile. Quel giorno non sembrava fare eccezione.
«Biscotti.» ripetè Caroline, aspettando che qualcuno le dicesse che una navicella spaziale era atterrata a Mystic Falls e si era portata via il cervello di Elena Gilbert.
«Esattamente, biscotti! Con tante gocce di cioccolato!»
Bonnie si scambiò uno sguardo terrorizzato con Caroline, la quale stava impallidendo di fronte al tentativo di Elena di trovare nei cassetti le formine che usava da piccola.
«Tesoro… non sai preparare i biscotti.» le fece notare Bonnie, con tono allusivo.
«Certo che li so preparare! Li facevo sempre con mia madre e… eccoli!» riversò sul tavolo della cucina le formine di tutte le forme e dimensioni. Inutile dirle che sua madre, quando era piccola e ingenua, aveva generosamente donato i biscotti al sacco della spazzatura.
«Finirà in tragedia, già lo so.» commentò infine Caroline.
Elena lanciò loro un’occhiata offesa, «Grazie, siete delle vere amiche. È sempre bello contare sulla vostra fiducia.» asserì, afferrando poi una padella.
«Cosa ci vuoi fare con quella?» si informò Bonnie, ignorando sia l’occhiata sia il commento, ma concentrandosi con tutte le sue forze sulla padella che la sua migliore amica teneva tra le mani; un vago sospetto ce l’aveva.
«Farci i biscotti, no?»
«Vuoi usare una padella per…?» Bonnie,trovando le sue supposizioni confermate, non terminò neanche la frase che Caroline scoppiò a ridere di gusto, portandosi le mani al viso, «Dimmi che scherzi.» ingoiò il vuoto, preparandosi mentalmente a chiamare i pompieri nel caso la cucina avesse preso fuoco.
«Perché ride? Cosa ho fatto di strano?» Elena indicò con la padella Caroline, in preda ad una ridarella acuta.
La bionda si tolse le mani dal viso, cercando,con scarsi risultati, di riprendere fiato, «Mi sono ricordata… di quando da piccola… hai sbattuto la padella in testa a Jeremy!» biascicò tra le risate.
«Oddio, è vero.»Bonnie ci mise qualche secondo a ricordare quell’episodio, prima di scoppiare a ridere, «Poverino, aveva un bernoccolo enorme proprio sulla fronte.»
«Io non me lo ricordo.»obiettò Elena confusa.
«Quella sera aveva anche fatto uno scivolone giù per le scale, a causa dei pattini di Elena. Credo sia per questo che non vada più a pattinare.» continuò Caroline, ignorando totalmente Elena e le sue proteste in merito ad un avvenimento che non ricordava per niente.
«Ehi, io non me lo ricordo!» alzò la voce la padrona di casa, facendole finalmente voltare entrambe verso di lei, «Quando è successo?» chiese divertita.
«Avevamo otto anni.» ridacchiò Bonnie, appoggiando i gomiti sul bancone della cucina, «Stavamo tentando di preparare una torta per la festa del papà.» cominciò a raccontare, mentre Caroline l’aiutava inserendo commenti sugli avvenimenti di tanti anni prima.
«Devi metterci più latte.»
Le manine di Elena afferrarono il cartone dal tavolo della cucina, rovesciandone a terra più della metà.
«No, ci vanno più uova.» replicò testardamente Bonnie, i capelli scuri infarinati e sfuggiti alle trecce che le aveva amorevolmente fatto la madre prima di lasciarla a casa Gilbert per andare al lavoro.
Caroline alzò il mento in segno di superiorità, «Non è vero!»
«Sì invece!»
«No!»
«Sì!»
«No!»
«E se ci mettessimo più cioccolata?» domandò innocentemente Elena, indecisa se dare retta a Bonnie o a Caroline. Le due amichette di giochi la guardarono un attimo, per poi tornare a bisticciare facendola sbuffare.
Versò quindi nell’enorme insalatiera gialla tutto il latte. Afferrò poi due uova e le ruppe, facendovi cadere anche qualche pezzo di guscio. Infine si allungò sul tavolo macchiandosi il grembiule giallo – troppo grande per lei – che la madre le aveva legato intorno alla vita, afferrando la tavoletta di cioccolata metà mangiucchiata da quella peste del fratellino Jeremy, che giocava con i videogame sul divano. La ruppe in tanti pezzi nell’insalatiera ed afferrò il cucchiaio di legno, iniziando a girare l’impasto con fatica.
«Di che colore facciamo la scritta?» chiese mentre con entrambe le mani teneva il cucchiaio di legno.
Caroline e Bonnie smisero all’istante di bisticciare e si sporsero verso l’impasto.
«Blu.»
«Rosa.»
Le due piccole voci autoritarie si sovrapposero istantaneamente,«La torta è per i papà, ci va il blu!» fece notare Bonnie.
«Il rosa è più bello, però!» replicò Caroline sbattendo un piedino a terra, sporcandosi le scarpette di latte.
«Secondo me dovete farla verde!» Jeremy si avvicinò al tavolo nel bel mezzo del bisticcio facendo voltare la sorella, che aveva osservato silenziosamente il battibecco tra le amiche, indecisa ancora una volta a chi dare retta. Intinse un dito nell’impasto e lo portò alla bocca, assaggiandolo, «Ha un sapore strano.» mormorò con voce piccola e disgustata.
«Non è vero!» Elena gonfiò le guance.
«Sì, invece! Non sai fare le torte!» replicò il piccolo Jeremy.
«A papà piacerà sicuramente!» ribattè, con gli occhi lucidi.
«Non gli piacerà per niente.» Elena socchiuse gli occhietti e si guardò intorno, per poi afferrare una padella e sbatterla in testa al fratellino, «AHI!» urlò quello portandosi le mani alla testa, mentre le lacrime iniziavano a solcare le sue guance, «Mammaaaa, Elena mi ha fatto male!» gridò con voce piagnucolosa, iniziando a correre fuori dalla cucina tra le risate di Caroline e Bonnie e il sorrisetto soddisfatto di Elena. Quest’ultima intinse un dito nell’impasto, portandolo alla bocca; una smorfia disgustata gli si dipinse sul viso.
«Ops.» commentò rendendosi conto che, in effetti, quella padellata in testa Jeremy non se la meritava proprio.
«Io dico che è meglio la marmellata.»
«Ma la vaniglia è più buona!»
Elena alzò gli occhi al cielo, ridacchiando silenziosamente per l’ennesimo battibecco tra Caroline e Bonnie. Mescolò l’impasto dei biscotti, mentre le due amiche decidevano con cosa farcirli – lei avrebbe volentieri scelto il cioccolato – quando Jeremy entrò in cucina con la giacca sottomano.
«Perché litigano?» domandò confuso, sedendosi al bancone, di fronte alla sorella.
La ragazza sorrise, «Vogliono averla vinta l’una sull’altra, come sempre.»
Il ragazzo afferrò la tavoletta di cioccolata e la spezzò in due, osservando poi l’impasto, «Ha uno strano colore.» fece notare.
«Non è vero!»
«Certo che è vero, te l’ho sempre detto che sei negata in cucina.» replicò Jeremy, per poi dare un morso al cioccolato fondente.
«Non sono così negata.» sbuffò.
«Ti rendi conto che tutto ciò che cucini non è commestibile?»
Elena lo guardò male, per poi prendere un pizzico di farina dal pacco aperto e buttargliela in faccia. Con il viso imbiancato, si guardarono un attimo – una ridendo, l’altro meditando vendetta – quando improvvisamente l’impasto dei biscotti si riversò su Elena.
Caroline e Bonnie sgranarono gli occhi, mentre Jeremy approfittava dell’attimo di smarrimento della sorella per scappare di sopra. Elena, allora, socchiuse gli occhi in un espressione minacciosa, «JEREMY!» gridò prima di correre fuori dalla cucina con la padella in mano.
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