I vampiri hanno condiviso con gli Illuministi l'onore di travagliare il settecento: mentre i primi terrorizzavano la Lorena,la Prussia,la Slesia,la Polonia, La Moldavia, l'Austria, la Russia, la Boemia e tutto il Nord Europa,i secondi procedevano alla distruzione della Francia, dell'Inghilterra, rovesciando le convinzioni più antiche e dandosi l'aria-nel fare ciò- di attaccare unicamente gli errori del volgo ignorante. (Dal Dizionario Infernale di Jacques Collin de Placy 1818)
Il vampiro: la genesi
Il termine “vampiro” comparve per la prima volta nel 1725 in un documento di una parrocchia della cittadina di Barn, in Moravia: il cadavere di un certo Andreas Berge venne indicato come “Vampertione infecta”. La parola deriva dalla lingua serba “vampir”, che origina a sua volta dal lituano “wempti”, ossia “bere”e il turco “uber”, “essere diabolico”, quindi il senso è “demone che beve”. Nel 1704 Karl Ferdinand De Schertz pubblicò uno dei primi trattati basato su tesi inconfutabili sui vampiri.
L’ipotesi era che il fenomeno è nella maggior parte dei casi originato da superstizioni contadine. Tale ipotesi è ripresa più volte e da più autori e integrata con il concetto che i cadaveri riuscivano a mantenersi in perfetto stato di conservazione grazie a particolari qualità chimiche del terreno. La credenza nei vampiri si diffuse in Europa a partire dalla seconda metà del 1600, soprattutto a causa delle numerose epidemie di peste che uccisero milioni di persone.
Capitava che alcune persone venissero sepolte prematuramente, e che alcuni cadaveri riesumati mostrassero il viso contratto in smorfie di dolore. Le casse avevano spseso dei graffi, segno evidente di tentativi disperati di apertura dall’interno. Nacquero così i racconti e le superstizioni riguardanti morti viventi che di notte uscivano dalle bare e vagavano in cerca del sangue dei vivi per trarne nutrimento.
Queste popolazioni credevano che i morti vivessero come i vivi, e per questo nelle tombe aggiungevano cibo, armi e tutto ciò che potesse essere utile all'individuo. I morti più temuti erano i violenti in vita i suicidi e le vergini, quando doveva essere inumato uno di questi tre tipologie di morti, i rituali erano complessi e lunghi, fino a durare circa un mese.
A secondo poi della regione i vampiri cambiavano nome; per i Polacchi erano gli UPIR, per i Boemi OLOGOJEN, per i Russi MJERTOVJEK, generato dall'unione di un lupo mannaro e una strega,per i Serbi e Montenegrini è il VURDALAK, generato dalla morte di un uomo violento in vita, gli Albanesi lo identificano nel SEMPIR e i Bulgari in NOSFERAT.
Ma in comune tutte queste creature hanno numerose caratteristiche, quali il viso emaciato e livido,il corpo pieno di peli, labbra grosse, rosse e gonfie, orecchie appuntite, unghia lunghe e alito fetido. Tutte non sopportano l'odore dell'aglio, la luce del sole, i simboli religiosi, devono dormire su un letto di terra della loro regione e hanno un morso anestetico e indolore.
Queste credenze si diffusero nelle zone meno civilizzate d’Europa, come i territori orientali dell’impero austriaco. L' imperatrice Maria Teresa fu costretta a interessarsi al fenomeno, in seguito a episodi d’isterismo di massa scoppiati in Moravia, Prussia, Ungheria, Valacchia e altri territori. Infatti fu costretta ad inviare l'Archiatra di Corte Gerard Van Swieten per studiare il problema, il quale analiticamente e minuziosamente, studiò il fenomeno nei dettagli.
Dalla relazione traspare un'analisi del fenomeno quasi “moderno”, la scienza che sfata il mito..
Di seguito due tratti della relazione: ..Nel mese di febbraio 1750, si aprì l’avello d’un’antica famiglia nella Contea di Devonshire in Inghilterra: fra molto ossame, e molte casse marcite, si trovò una cassa di legno tutta intiera: questa fu aperta per curiosità: vi si trovò un corpo d’un uomo affatto intiero: le carni conservavano la tostezza naturale; le giunte delle spalle, del gomito e d’ogni dito, arrendevolissime: quando si premeva la faccia, ella cedeva alle dita, ma si rilevava tosto che cessava la pressione: la medesima cosa si sperimentò in tutto il corpo; la barba era nera e lunga quattro pollici..
Da tutto quello che s’è detto, apparisce chiaramente che il Concistoro d' Olmùtz non ha lasciato ai cadaveri il tempo di corrompersi, e che per conseguenza quell’indizio di magia postuma è falsissimo. Da questo falso principio si tirarono conseguenze assurdissime; imperocché restò stabilito, che un preteso Vampiro comunicava la sua malizia a tutti i cadaveri seppelliti dopo di esso nel medesimo cimitero.. L'imperatrice rispose con “Il Rescritto sui vampiri” (1755), nel quale affermava che, nessuna decisione doveva essere presa solo sulle basi delle convinzioni religiose, ma doveva essere la politica ad occuparsi dei casi interpellando luminari e medici.
Anche la chiesa s'interessò al fenomeno, essa fu accusata dagli illuministi di fomentare le credenze, soprattutto a causa dei preti di campagna, che con la loro ignoranza diffondevano tra i fedeli le credenze dei morti che risorgevano dalle tombe. Il primo a scrivere ed affrontare il problema, fu il cardinale Lambertini, futuro Papa Benedetto XIV, che durante il pontificato continuò incessantemente a divulgare la non esistenza dei non-morti. A questo punto s'incominciò a trattare il fenomeno penalmente, chi fosse stato accusato di vampirismo, subiva un vero processo, nel quale doveva dimostrare la propria innocenza con prove inconfutabili, mentre i principali accusatori erano i parenti vivi perseguitati. Solo al termine la corte avrebbe deliberato la colpevolezza o l'innocenza.
Numerosi processi sono stati raccolti da Dom Augustin Calmet nel suo “Dissertations sur les apparitions” (1746), che nella prima edizione mostra la sua credenza all'esistenza dei vampiri, ma nella seconda edizione, la nega, soprattutto perchè risente dell'influenza di Voltaire.
Probabilmente il primo caso di presunto vampirismo documentato è quello di Jure Grado. La storia del contadino istriano, morto nel 1656 e riesumato nel 1672, è raccontata da Johannes W. Valvasor in Die Ehre des Herzogthums Crain (1689). Nel paese di Krink appare il cadavere di Jure Grando, morto da 16 anni. Gira per le case seminando terrore tra gli abitanti, anche perché chi riceve la sua visita muore pochi giorni dopo. Come Plogojowitz anche Grando fa visita alla sua vedova, che spaventata corre a chiedere aiuto al governatore.
La trafila è quasi identica al Caso Plogojowitz: viene riesumato il cadavere e il corpo non è decomposto, anzi la salma accoglie i presenti con un sorriso. Molti fuggono in preda al terrore. Si cerca di trafiggere il cadavere con un paletto appuntito, ma senza risultato. Un abitante del paese, si offre per decapitarlo, ma non riesce nell’intento, mentre un altro successivamente gli stacca la testa di netto.
Se queste sono le basi della genesi dei vampiri, il mito e la leggenda nasce dalla letteratura inglese, in una circostanza alquanto particolare, grazie a scrittori e poeti annoiati in una sera d'estate. Queste persone inconsapevolmente e per sommessa generarono il mito e il romanzo gotico anglosassone.
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