mercoledì 1 giugno 2011

Strane Creature (prologo)

Come si può rimediare al sangue versato sulla terra?
ESCHILO
PROLOGO


Tutto è cambiato. Il mio corpo, i miei desideri, il mio appetito. La mia anima.
In soli diciassette anni sono stato testimone di più chiunque altro... e di fin troppe sono stato la causa. Porto con me il ricordo della mia morte e di quella di mio fratello. Sono ossessionato dal suono dei nostri ultimi respiri nei boschi muscosi di Mystic Falls, in Virginia, e dalla visione del corpo senza vita di mio padre sul pavimento del suo studio, nella nostra splendida villa Veritas. Sento ancora l'odore della chiesa carbonizzata in cui furono bruciati i vampiri del paese. E posso quasi sentire il sapore del sangue che ho bevuto dopo la trasformazione, e delle vite che ho rubato solo per fame e indifferenza. Ancora più chiaramente vedo il ragazzo curioso e sognatore che ero una volta, se il mio cuore potesse battere, si spezzerebbe per il dolore di fronte alla spregevole creatura che sono diventato. Ma anche se ogni molecola del mio essere si è trasformata fino a rendermi irriconoscibili, il mondo continua a girare. I bambini crescono, e il passare del tempo smagrisce i loro volti paffuti. I ragazzi innamorati si scambiano sorrisi di nascosto, parlando del più e del meno. I genitori dormono, mentre veglia la luna, e si svegliano quando i raggi del sole li scuotono dolcemente dal sonno. Mangiano, lavorano e amano. I loro cuori non smettono mai di pompare, con colpi ritmici, regolari, assordanti, ipnotici. E i loro sangue si ammalia e mi seduce, come la melodia incantatore di serpenti seduce un cobra.
Una volta disprezzavo la vite tediose degli umani, credendo che il mio Potere mi avesse reso migliore di loro. Con il suo esempio, Katherine mi aveva insegnato che il tempo non ha importanza per i vampiri, e che potevo non curarmene, vivere momento per momento e passare da un piacere carnale all'altro senza timore della conseguenze. Nei primi tempi a New Orleans, ero esaltato del mio nuovo Potere, della forza e della velocità che avevo acquisito e che sembrava non aver limiti. Gli umani erano le mie prede. Consideravo le loro vite insignificanti e le strappavo via senza rimorso. Ogni calda goccia di sangue mi faceva sentire vivo, forte, impavido e potente.
Ero stordito dalla sete di sangue. Ho ucciso così tanta gente, con indifferenza. Non riesco nemmeno a ricordare i volti delle mie vittime. Eccetto uno.
Quello di Callie.
I suoi capelli rosso fiamma, i suoi limpidi occhi verdi, la morbidezza delle sue guance, la sua tipica posa con le mani sui fianchi... Ogni dettaglio di lei emerge con dolorosa chiarezza.
È stato Damon, mio fratello, lui che una volta era il mio migliore amico, a ucciderla.
Quando l'ho costretto a trasformarsi in vampiro, gli ho sottratto la sua vita, così lui mi ha tolto l'unica cosa che poteva prendersi: il mio nuovo amore. Callie mi ha fatto ricordare cosa si provi a essere umani e cosa significhi dare valore alla vita. La sua morte è peso tremendo che opprime coscienza.
Ora la mia forza è un fardello, la costante sete di sangue una maledizione, la promessa dell'immortalità una terribile croce da portare sulle mie spalle. I vampiri sono mostri assassini. Non devo dimenticarlo, mai più. Non devo mai permettere al mostro di prendere il sopravento. Anche se su di me graverà sempre il peso della colpa di ciò che ho fatto a mio fratello, della decisione che ho preso per lui, devo comunque evitare il cammino oscuro che lui e così determinato a percorrere. Lui prova piacere nella violenza e nella libertà della sua nuova vita, invece io sento solo rimorso.
Prima di lasciare New Orleans, ho combattuto il demone che mio fratello Damon era diventato. Ora che Ora che mi sono rifatto una vita al Nord, lontano da chiunque mi abbia conosciuto, sia come umano sia come vampiro, l'unico demone che devo combattere è la mia fame.

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