venerdì 8 febbraio 2013

CANVAS GENNAIO 2013: DANIEL GILLIES


Il magazine Canvas ha incontrato Daniel Gillies, interprete dell’affascinante e carismatico Elijah, il maggiore, ora, dei fratelli Mikaelson, gli Originari, per parlare della sua carriera e, soprattutto, della sua esperienza come regista di Broken Kingdom.
Il risultato è una bellissima intervista, intima e a tratti toccantenella quale Daniel non ha esitato a raccontare le difficoltà incontrate durante lo sviluppo del progetto e le conseguenze, anche piuttosto significative per la sua vita, degli errori commessi durante la sua carriera.
Buona lettura.

SANGUE, SUDORE E LACRIME
Leena Tailor parla con l’attore e regista neozelandese, Daniel Gillies, della sua lotta per realizzare e finanziare il suo primo film e come un ruolo da vampiro per adolescenti lo ha salvato

Cinque anni fa a Los Angeles, l’attrice di Hollywood, Rachel Leigh Cook, si svegliò e trovò suo marito, Daniel Gillies, che aveva ridecorato la loro camera da letto durante la notte.
Ma questo non era un lavoro di fai-da-te. Il tappeto era ricoperto da una massa di foglietti scarabocchiati sui quali c’erano le radici di quello che sarebbe diventato il primo film del neozelandese,Broken Kingdom, uno sforzo immane che avrebbe portato sia alla rovina che alla salvezza l’ex star diStreet Legal e ora bello di Vampire Diaries.
“Disse che aveva un’idea per una sceneggiatura e il mattino dopo mi svegliai, non sto scherzando, un mare di post-it, sistemati in perfetto ordine sul letto” ricorda la Cook. “Erano ovunque – su di me, su di lui e li stava posizionando come se avesse una missione”.
Il viaggio di tre anni che vi è seguito, alla fine si è trasformato in montagne russe personali, professionali e finanziarie, che hanno messo alla prova l’attore 36enne ad ogni caduta dolorosa e dalla quale era sempre più difficile rialzarsi.
Ma era il tocco creativo di cui aveva bisogno, trovandosi ad un punto morto nella sua carriera, nonostante avesse ingranato alla grande dopo essersi trasferito a Hollywood circa 11 anni fa. In seguito ai lavori in Australia e Canada, per Gillies, che è cresciuto ad Hamilton, Los Angeles sembrò l’unico posto senza limiti in cui intraprendere dei ruoli, come nel blockbuster Spider-Man 2, nel quale lo si vede nei panni dell’antagonista di Toby Maguire e Kirsten Dunst, e nel film d’ispirazione bolliwoodianaMatrimoni e Pregiudizi.
Ma a questo è seguita una serie di “errori stupidi”, con Gillies che rifiutava dei ruoli importanti perché pensava che l’avrebbero fatto rimanere bloccato nell’ambiente cinematografico.
“L’ultimo decennio è stato pieno di show sorprendentemente buoni, come I soprano, Breaking Bad, Lost, Game of Thrones. Non è nemmeno un genere specifico. Non credevo che la televisione diventasse così fiorente e rispettata, quindi sono andato avanti per la mia strada e ho rifiutato delle grandi offerte. Sono rimasto a corto di soldi e ho fatto dei film spazzatura che non volevo fare. Mi sono fatto del male perché avrei potuto mantenermi con la televisione ormai incredibile”.
Tra i suoi progetti cinematografici c’è stato l’horror del 2007 Captivity, che diventò un orrore nella vita reale. I copioni continuavano a cambiare, le ore di lavoro erano faticose e Gillies divenne sempre più frustrato per il casino causato dal lavorare per tre registi. Il film, nel quale la co-star era Elisha Cuthbert, fu nominato uno dei peggiori film del 2007 e Gillies rimase sconvolto.
“Ero in un’America di film che svolgevano un ruolo predominante ed è crollato tutto. Anni dopo, posso dire che è stata colpa mia. Ma non c’è nessun giovane attore che avrebbe rifiutato Roland Joffe, un regista nominato agli Oscar. Un film che si rivela essere immondizia distruggerebbe la maggior parte degli attori, ma questo è ciò che amo dell’essere un neozelandese. Noi traiamo un qualcosa di buono anche dalle situazioni peggiori. Dovevo rimettere a posto le cose e l’unico modo per farlo era iniziare dall’obiettivo uno e fare il mio film. Captivity non è stata la più bella esperienza della mia vita, ma non mi è stato diagnosticato un cancro, quindi finché non sei morto puoi continuare a lottare”.
La versione finale del film (n.d.a. Broken Kingdom) fonde due storie – una segue Gillies nei panni di uno scrittore che crea un legame unico con una prostituta di 14 anni dei bassifondi di Bogotà, e l’altra si concentra sulla Cook (che ha anche co-prodotto il film) che interpreta un’insegnante di Los Angeles alle prese con la sua tragedia personale.
“Volevo fare una storia che parlasse della gente” dice Gillies. “Continuavo a tornare a casa dal set pensando, ‘che c***o sta succedendo? Nessuno sta raccontando più la storia.’ In qualsiasi momento, che facessi uno show o una produzione in Nuova Zelanda, alla fine mi allontanavo dal regista sentendomi come se avessi imparato qualcosa. Qui, me ne stavo allontanando sentendomi come se non mi stesse nemmeno più dirigendo”.
Le sue riflessioni durarono 18 mesi, nei quali Gillies si fece crescere la barba: “un talismano della mia testardaggine”, promettendo che non si sarebbe rasato finché il film non fosse stato completato.
Ci vollero tre anni prima che Rachel, 33 anni, riavesse suo marito sbarbato, e in quel periodo lui imparò lo spagnolo mentre andava e veniva dalla Colombia, dormendo sui pavimenti a Berlino mentre inseguiva degli investitori per aumentare, e poi perdere i finanziatori così tante volte che ha perso ormai il conto – e gli fa ancora male per ripensarci.
Rifiutò un’offerta di $100,000 dai suoi suoceri e gradualmente il suo conto bancario, riempito da film come Spider-Man 2, si prosciugò.
“Non so se fossi clinicamente depresso, ma di certo sono stato infelice per lunghi periodi” ammette Gillies. “Ma è la vita. Se tutto fosse una gioia, non lo farei. Non ci sarebbero ostacoli. Ricordo che Bob Dylan una volta disse ‘Cos’è la felicit? Tutti possono essere felici’. Non sono completamente d’accordo perché penso che ci sia un grado di saggezza e semplicità nell’essere felici. Mia moglie, per esempio, è molto saggia, profondamente intelligente e la sua priorità è essere felice, ma mi sembra che alcuni di noi … siamo irrequieti. Preferiremmo compromettere la nostra felicità per essere esattamente chi siamo. Credo anche che alcune persone sono nate con le istruzioni per far cazzate e probabilmente sono uno di questi. Non per tirarmela e, hey, solo 12 persone potrebbero vedere i prossimi 10 film che farò, ma di certo sono una persona che farà qualcosa per trarne insegnamento … anche se è uno schifo totale”.
La parte infernale del viaggio vide la Cook – meglio nota per il suo ruolo del 1999 nella commedia romantica Kiss me e più recentemente nelle serie Psych e Perception – iniziare a chiedersi “per quanto tempo sarebbe andata avanti così”, mentre il prezzo emotivo di Gillies culminò in un attacco di panico mentre guidava verso il parco per cani di Los Angeles.
La Cook lo trovò seduto sul ciglio della strada, con la testa tra le mani, prima che venisse portato in ospedale. Incapace di mollare, ma disperato per i fondi, Gillies fece uno dei passi più difficili della sua vita – accettò i $100,000 dai genitori della Cook per ridare slancio alla produzione.
La sua missione interminabile era, nel frattempo, diventata così affascinante per quelli intorno a lui che girarono un documentario sul “making of” del film, intitolato Kingdom Come, e anche dei commenti da parte di altri registi come Selma Blair e Don Cheadle.
Broken Kingdom ha vinto il premio per Miglior Regista e Miglior Film della sua Categoria al Rhode Island International Film Festival e il premio per lo Straordinario Risultato per la Regia al Newport Beach Film Festival. Alla fine è stato rilasciato online (brokenkingdom.com) per $5 ad ottobre – Gillies voleva che il film fosse visibile gratuitamente perché sperava fosse accessibile a tutti.
Poi con il costo della produzione in DVD – un giorno che si è segnato tatuandoselo – arrivò la profonda realizzazione che aveva più di $100,000 di debiti ed era stato fuori dai giochi di Hollywood per troppo tempo.
Chiedendo al suo agente di trovargli qualsiasi cosa, seguirono una serie di ruoli televisivi, incluso True Blood, con la connazionale Anna Paquin, NCIS e il medical drama Saving Hope.
Ma è il suo ruolo in The Vampire Diaries come Elijah che gli ha fatto guadagnare più successo, anche se è una serie dedicata agli adolescenti. Il creatore dello show, Kevin Williamson, dice che è stato fortunato con l’ “attore incredibilmente fenomenale” mentre la co-creatrice Julie Plec dice: “Non ci sarà gioia in questo mondo se Daniel Gillies verrà fatto fuori per sempre!”
Gillies non ha conquistato solo i boss. Quando ad una recente convention è stato chiesto ai suoi colleghi con chi vorrebbero che i loro personaggi interagissero di più, c’è stato un ripetersi di “Elijah” tra gli attori principali dello show – sia uomini che donne.
“Forse hanno avuto pietà di me perché non sono attraente come loro” riflette. “Non ho idea del perché parlino così bene di me”.
Sarà umile, ma non c’è dubbio sul seguito epico che la serie gli ha generato a livello internazionale. Gillies si sta ancora ambientando all’adorazione degli adolescenti – e il riluttante riconoscimento maschile.
“Io e mia moglie eravamo a Bangkok e c’è questo aspetto conservatore ma adorabile della popolazione Thay. Casualmente dicono, ‘So che sei un attore ma non lo guardo.’ Poi siamo andati a bere e per tutto il corso della serata è stato un, ‘Io amo Elijah! Ho visto ogni episodio!’ Non mi ero reso conto di quanto fosse globalmente popolare lo show. Non ho mai fatto parte di qualcosa del genere. Ma quando ci sono dei giovani vestiti bene, che rimuginano, sono ben illuminati e parlano di quanto amano una ragazza, con il pericolo e il romanticismo assoluto che li circonda, è una strategia di marketing a prova di bomba”.
L’ipocrisia di scappare dall’ “arte della regia persa” ad Hollywood, per poi tornare per ristabilire le sue finanze non è andata persa in Gillies.
E anche se nota lo stesso andazzo, dice che dopo aver sperimentato “la responsabilità monumentale”del dirigere Broken Kingdom, lo ha reso più calmo e più empatico nei confronti dei registi dei set USA. E’ felice di aver restituito i soldi ai suoi suoceri ed aver ristabilito le sue finanze, in seguito al tornado di debiti che Broken Kingdom si era lasciato dietro.
E’ stata la Cook a supportare la coppia durante gli ultimi mesi di riprese del film. La Cook e Gillies sono sposati da 8 anni, e si sono incontrati in un bar.
“Ero troppo orgoglioso per farmi supportare, ma lei si è giustificata dicendo, ‘Tesoro, se stessi studiando medicina ti supporterei, e tu supporteresti me se fosse il contrario. Sei nella miglior scuola di regia del mondo – stai facendo un film.’ E’ stata incredibilmente dolce e generosa e sono felice che non abbiamo avuto dei figli troppo presto, perché questo è un lusso che ci si può permettere solo quando non si hanno figli – essere capaci di tuffarsi in affari straordinariamente rischiosi. Non credo che avrei corso quei rischi se fossi stato un padre”.
Nonostante al momento stia lavorando in altri due film indipendenti, è la paternità la cosa a cui Gillies aspira di più. Avendo altri 3 fratelli, ora sparpagliati dall’Australia alla Germania, è emozionato dalla prospettiva di iniziare una sua famiglia.
Lui e la Cook non li crescerebbero in Nuova Zelanda – nonostante a lui manchi, la coppia non ha intenzione di trasferirsi. “Questa [Los Angeles] è la mia casa ora. Mi manca la semplicità della Nuova Zelanda – e il fatto di non avere il traffico – ma tornerei mai indietro? No. Amo stare qui. Forse è il clima. La gente mi chiede se la mia passione è cresciuta nel tempo, ma devo dire che guidavo per le strade di Los Angeles e l’ho amata subito. Rachel ama la Nuova Zelanda, lei pensa che sia ‘così rigogliosa, fresca, bellissima e piccola’. Io sono più nostalgico. Ho così tanti ricordi e spesso mi sembra di star guardando attraverso un pezzo di vetro appannato. Penso che la Nuova Zelanda sia uno di quei posti al quale ci si affeziona di più nei periodi in cui si è lontani”.




fonte TVD Italia


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