venerdì 8 giugno 2012

JULIE PLEC E IL LAVORO DIETRO THE VAMPIRE DIARIES

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Altra intervista alla produttrice dello show Julie Plec rilasciata durante il Festival di ATX di Austin. Questa volta la discussione riguarda la magia dietro il processo di scrittura di The Vampire Diaries, il come riescono a mantengere i personaggi reali e le decisioni prese a partire dall'ormai lontanissimo pilot per costruire questo mondo sovrannaturale!
Spettegolando con la produttrice esecutiva di TVD Julie Plec

George parla di The Vampire Diaries con la scrittrice e produttrice esecutiva Julie Plec. Concordano sulla bellezza di Alaric, e su tante altre cose.

Il primo ATX TV Festival si è tenuto questo finesettimana, celebrando un’intera gamma di programmi con ospiti e presentazioni sul grande schermo di alcuni dei migliori show televisivi del momento. Ha anche portato a Austin un’intera schiera di persone talentuose che stanno dietro gli shows. Sono stato abbastanza fortunato da chiacchierare con l’adorabile e straordinaria Julie Plec, scrittrice e produttrice esecutiva di The Vampire Diaries, che mi ha permesso di picchiettare il suo cervello a proposito di TVD, dei suoi personaggi, della sfida di adattamento, dei giochi di bevute e, ovviamente, della meravigliosità di Alaric.

George: Sono qui oggi come fan più che tutto il resto, ma non è sempre stato così. Ero molto scettico all’inizio. Penso che sia probabilmente dal momento in cui è spuntato fuori Alaric che ho cominciato davvero a prestare attenzione. Comunque, quello che mi ha sempre veramente impressionato da quando ho cominciato seriamente a guardare la serie è l’equilibrio di toni che lo show raggiunge, prendendosi seriamente ma non troppo e non cadendo in un completo eccesso. E’ stato difficile raggiungere questo equilibrio per gli scrittori in ogni stagione?

Julie Plec: Si. Abbiamo una regola che ci ricordiamo in continuazione e che cerchiamo di seguire a tutti i costi. Voglio dire, ovviamente alcune regole sono fatte per essere infrante, ma quando hai intenzione di seguirla, ti dà davvero un buon fondamento, e è questa: Queste sono persone. Queste sono vere giovani persone in un mondo vero – un mondo di scienza, un mondo di storia – e che tutto quello che facciamo deve uscire in qualche modo dal punto di vista di un mondo reale. Perfino la nostra magia, cerchiamo di tenerla sempre radicata nella terra, negli elementi. Sai, naturalmente rompiamo questa regola ogni volta in preda alla disperazione. Ma se colleghiamo sempre tutto all’amore, alla famiglia, alla perdita, alla lealtà, all’amicizia, allora abbiamo trovato un modo per tenere il tono sotto controllo. Abbiamo fatto una battuta nella 1° stagione “Bene, il simbolo da promuovere era una bussola per vampiri, ma era ridicolo quindi cos’è la cosa più carina, e la versione più realistica di ciò?” E poi, naturalmente, è finito per essere…una bussola per vampiri. Ma cerchiamo sempre, sempre di riportare tutto in una visione molto umana.
E la cosa più difficile sia per me che per Kevin [Williamson – anch’egli creatore, produttore e scrittore] quando abbiamo cominciato è stato che il suo stile di scrittura da Dawson’s e da Scream era di un umorismo impertinente, ricco della coscienza popolare, e il mio era molto vivace, energico, molto Mean Girls, nella versione di John Hughes. E entrambi abbiamo dovuto trattenere le nostre voci naturali, perché se cominci ad avere tutti i tuoi personaggi che parlano in questa grande sorta di bubblegum, coscienti di loro stessi, costantemente ammiccanti, allora a livello di toni sei sull’orlo dell’eccesso. E, sapevamo che dovevamo essere diversi da Buffy

G: Ecco, a proposito…

J: Sono una grande fan di Buffy

G: Perché per quanto fossimo tutti dei grandi fan di Buffy, non volevamo assolutamente vedere un’altra versione di Buffy o uno show che fosse tutto impertinente e ammiccante.

J: Il bello è che abbiamo Damon. Damon finisce per essere il nostro Buffy. Damon ha la battuta pronta, un linguaggio divertente, e sarcasmo, e i dialoghi sopra il limite perché Damon stesso è così fico che la passa sempre liscia. Ma se tutti vivessero in quel mondo sovraeccitato penso che show non funzionerebbe così tanto. E chi vuole seguire i passi di Joss Whedon? Voglio dire, lui è il maestro! Quindi la prima cosa che fai è cercare di distinguerti.

G: E’ stato difficile lavorare e adattare i libri originali? E’ stata una decisione cosciente organizzare in modo un po’ differente? 
Confesso: non ho letto i libri quindi non posso dire esattamente quanto siano diversi; ma, per caso, siamo tornati indietro e abbiamo riguardato la prima stagione ed era un’azione molto più “Caro Diario”, almeno nei primi episodi, ma ci è passata sopra abbastanza in fretta.

J: I libri sono chiamati “The Vampire Diaries”, quindi sapevamo di dover avere un elemento di scrittura giornaliera. Nonostante ciò, Kevin ora li odia tantissimo - e anche quando abbiamo cominciato disse “Non cedo l’ora di sbarazzarmi di questa roba del diario”

G: Ironico...

J: Alcuni l’hanno amato, ad altri non piaceva, ma doveva esistere. Sono “I diari del vampiro”.
Ma abbiamo sicuramente aderito ai personaggi che ci ha dato il libro, e alla città, e al mondo che i libri hanno costruito per noi. Ma a causa di Twilight e per non finire per rifare accidentalmente Buffy, abbiamo dovuto cominciare immediatamente a prendere decisioni che fossero indipendenti dalla fonte così che potessimo costruire un mondo a cui fossimo connessi e in cui credessimo e che sentissimo avesse tante strade differenti da poter percorrere, piene di storia. E poi è diventato un treno travolgente. E ogni tanto pensavamo “Lo fanno questo nei libri? Credo. Non ricordo.” E’ diverso che se avessimo detto di voler adattare una serie come The Hunger Games o Twilight dove non vuoi davvero incasinare la trama per paura di venire annichiliti dai fans dei libri. Abbiamo avuto molta più libertà.

G: Credo che un’altra delle grandi forze dello show sia un cast insanamente buono. A un certo punto il cast si è unito come se fosse una cosa sola? Gli elementi erano lì dal principio o è stato un processo di costruzione e ridefinizione?

J: Quando facciamo il pilot abbiamo 41 minuti per presentare circa 10 personaggi, un mondo e una storia. Quindi quando consideri che il tuo pilot è concentrato probabilmente intorno a solo due dei personaggi, e ci sono circa otto personaggi che conquistano 2 minuti di tempo ciascuno, è molto difficile riprodurre la sostanza di un personaggio di supporto nel pilot. E la bellezza di una seria di lunga durata è che, teoricamente, nel momento in cui arrivi alla fine della serie i tuoi personaggi di supporto sono diventati dei co-protagonisti, se non diventano a volte dei veri protagonisti. Credo che il personaggio di Caroline sia su una strada che alla fine della serie – sempre che sopravviva – la porti ad essere uno dei protagonisti femminili più forti. Quindi quello che è divertente è l’evoluzione dei personaggi.
Da questo presupposto Tyler Lockwood, che era solo il classico bulletto, ora ha una ricca esperienza e una bella storia d’amore.

G: Si, onestamente, Tyler mi stava veramente sulle scatole all’inizio

J: Si!! E’ veramente un buon esempio parlando di adattamento. E’ un personaggio che sapevamo sarebbe diventato un lupo mannaro, perché era un lupo mannaro nei libri. Ma sapevamo anche di non volerci arrivare troppo presto. Quindi tutto quello che abbiamo fatto per lui è stato piantare i semi per “questo è un ragazzo con problemi di gestione di rabbia”, “un ragazzo che è un bulletto”, “un ragazzo il cui padre lo maltratta”, e tutto quello che potevamo fare era alludere alla sua storia soprannaturale. Poi nel momento in cui siamo stati capaci di liberare la sua storia nella seconda stagione, improvvisamente tutto ha avuto più senso se visto a ritroso. E, andando avanti, abbiamo avuto la possibilità di creare un personaggio multilaterale. Quindi si, mi piace quella storia perché era un bulletto in molti modi e perché cos’altro saremmo stati in grado di fare con lui in 4 minuti ad episodio!??

G: Sempre su questa linea, devo chiedertelo perché è il mio preferito…Alaric? Ripeto, non ho nessuna conoscenza dei libri, quindi mi baso solo sullo show, ma adoro la sua evoluzione e la sua storia. Lo chiamiamo “Presidente del cub dei belloni”!

J: Oh mio Dio, si! Io lo chiamo “il professore sexy”. Con i miei amici dico “Il professore sexy sta per andare in onda!”. E’ stato un grande personaggio con cui ci siamo un po’ scontrati all’inizio nella seconda stagione nella quale entrò con uno scopo molto forte, che era essere un cacciatore di vampiri ma a un certo punto non c’erano più vampiri da cacciare perché era diventato amico di Damon, e di Stefan, e poi ha cominciato a uscire con Jenna – quindi chi aveva intenzione di cacciare?? Quindi abbiamo scavato un po’ di più nel suo personaggio e ci è servito un po’ di tempo per dargli uno scopo e un punto di vista personale. E una delle ragioni per cui amo quest’ultima stagione per lui è che alla fine ha trovato la sua strada di difensore dei nostri ragazzi, ma abbiamo anche potuto esplorare i suo lato oscuro e poi fare tesoro di quel suo lato e farlo tornare alla forma con cui era entrato nello show, cioè un killer di vampiri.

G: L’ultima domanda viene da uno dei nostri lettori (grazie a leiaycocho!): Come ti riguardano personalmente i personaggi principali? E, chi è il tuo personaggio preferito e perché? Quindi tre domande in realtà!

J: Sono arrivati tutti a un punto in cui mi toccano personalmente, dove semplicemente tieni a loro così tanto perché li conosci così bene! In realtà rende più difficile il lavoro di sceneggiatrice perché il racconto di una storia per la televisione è nata per essere senza conflitti e i personaggi hanno bisogno di essere in conflitto con la trama. Questo significa che i personaggi devono essere in disaccordo l’uno con l’altro. E quando ami i personaggi così tanto l’unica cosa che vuoi è che tutti se la cavino. Quindi lo rende difficile perché avrai bisogno che qualcuno prenda una strada quando qualcuno ne prende un’altra e questo mette a rischio la loro amicizia. E è doloroso perché non vuoi che litighino.

G: ma questo porta avanti lo show…

J: esatto, per questo ce n’è bisogno! Quindi li amo tutti per ragioni diverse. Mi dispiace così tanto a volte per Elena che fa male. Quando ti metti nei panni di una ragazza di 18 anni e ti rendi conto di quanto sia persa e di quanto debba essere forte per cercare di tenere tutto insieme. Divento triste per lei. Mi dispiace tanto per Stefan perché credo che abbia così tanti demoni da non sapere come affrontarli, e così se ne va per le vie estreme e vuoi solo che trovi la sua via di mezzo. Amavo Alaric perché voleva solo avere uno scopo nella sua vita. Damon è così paralizzato e disabilitato dall’amore che lo ha cambiato in tutto quello che è, e la bellezza di ciò è così pura e semplice, se solo potesse tornare indietro alla semplicità che lo rappresentava potrebbe essere un eroe e un bravo ragazzo, ma è anche troppo furbo e convinto di sé stesso per ricaderci. E è troppo autodistruttivo per farlo succedere così facilmente. E poi Caroline è solo quella ragazza che vuole essere amata così tanto e in realtà deve diventare un vampiro per diventare una ragazza da amare.

G: anche lei è una delle nostre preferite

J: io la adoro!

G: E’ fantastica. Un’altra per cui eravamo dubbiosi con la sua storia di diventare un vampiro, ma ha davvero trovato la sua forza

J: Esattamente, ha trovato la sua forza

G: Ma un singolo personaggio preferito?

J: No. Voglio dire, adoravo scrivere le scene di Damon e Alaric. Erano i miei preferiti da scrivere. Se ci fosse una storyline in un episodio che li riguardasse sceglierei sempre quella storyline da scrivere e da attuare perché amo la loro dinamica e adoro la romantica fratellanza tra di loro.

G: Quello che chiameremmo “un incontro del club dei belloni”.

J: Si! “un incontro del club dei belloni!” ahah, lo adoro!

G: Domanda bonus, visto che non mi hanno ancora buttato fuori. Sei a conoscenza della cultura che sta crescendo intorno allo show? Per esempio abbiamo un gioco di bevute basato sul ricapitolare, come un incontro del club dei belloni, o una scazzottata dei fratello Salvatore..

J: Oh, amo questo aspetto!

G: Gli sceneggiatori sono a conoscenza di tutto ciò? Pensano per esempio “oh, dovremmo mettere più giochetti pazzi di Damon con gli occhi..”

J: Ci piace essere al massimo della coscienza, come i feedback dei fans. Non possiamo aiutarci. Finiamo per trovare i giochi di bevute, e le foto di ricapitolazione e i divertenti video senza pietà. E queste cose inevitabilmente trovano il modo di raggiungerci e è il nostro modo di ammiccare ai fans e dire “oh, vi sentiamo, e questo è un pizzico divertente per dire che non state facendo il vostro lavoro a vuoto”

Come abbiamo concluso, Julie mi ha assicurato che avrebbe partecipato a uno dei nostri giochi di bevute. E per amore del suo fegato l’ho avvisata di non seguire le regole troppo alla lettera!



fonte TVD Italia





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