The Hollywood Reporter ha selezionato i migliori produttori televisivi nella sua TOP 50 Showrunners, che include anche quest'anno i due creatori dello show:Kevin Williamson e Julie Plec. A quest'ultima è stata dedicato un'articolo, nel quale possiamo leggere le sue risposte a interessanti domande sull'inizio della sua carriera, la passione per il mondo della scrittura e soprattutto il lavoro in The Vampire Diaries...
Showrunners 2012: Kevin Williamson e Julie Plec di 'The Vampire Diaries'
“Su Kyle XY un giorno abbiamo ricevuto il commento ‘Kyle deve essere di più un supereroe’ e il giorno dopo ‘Perché fa così tanto fumetto?’, dice Plec parlando dei commenti più assurdi che abbia mai ricevuto."
Dai loro rituali ossessivi (Peppermint patties, porridge e Bruce Springsten!) alle parti del loro lavoro che detesto di più (far fuori personaggi, avere a che fare con gli agenti), i più influenti autori-produttori della tv presenti nella lista annuale di The Hollywood Repoter dei primi 50 Showrunner si mettono a nudo riguardo alle persone, alle cose e alle strane abitudini che tengono loro – e i loro show – in vita.
La serie televisiva che mi ha spinto a scrivere:
Plec: seguivo le soap opera religiosamente quando ero piccola; li vedevo di straforo quando ero alle elementari con mia cugina che mi faceva da babysitter. Nella scuola media, quando prendemmo il nostro primo videoregistratore, registravo quattro soap al giorno. Sono stata una fan accanitissima di General Hospital da quando avevo 9 anni fino ai 25.
La mia grande svolta:
Plec: Non sono stata pagata come una professionista per scrivere fino al mio primo episodio di Kyle XY, cioè il quarto episodio della prima serie.
Il mio mentore televisivo:
Plec: Prima di lavorare per Kevin Williamson, amavo alla follia le serie che producevano Zwich e Herskovitz, come My So-Called Life (mai trasmessa in Italia, ndt) e Ancora una volta. Adoravo David E. Kelly, tutto quello che ha fatto da Ally McBeal a The Practice. Greg Berlanti, uno dei miei amici più cari dai tempi del college e che era uno degli autori di Dawson’s Creek l’anno in cui lavorai allo show: io e lui, durante i week end, ci vedevamo Ally e The Practice.
Il mio risultato di quest’anno di cui sono più orgoglioso:
Plec: Quando arrivammo alla stagione tre, pensammo “Accidenti, siamo stati davvero bravi per due anni e ora è il momento magari di riposarci un pochino” ma invece volevamo lavora ancora più sodo perché volevamo che fosse addirittura migliore. Ora che è stato tutto detto e fatto e ci avviamo alla quarta stagione, non c’è un singolo episodio di TVD per cui cospargermi il capo di cenere.
La mia scena più difficile da scrivere:
Plec: L’ottavo episodio (della terza serie) relativo agli Originali, “Ordinary People”, è stato difficile perché non capisci – finché non ti siedi per raccontare l’origine di un’intera specie – quanto sia difficile decidere quale sia la storia che vuoi raccontare. Ci è costata molta fatica scrivere l’intero episodio e lo abbiamo fatto in circa cinque minuti. Eravamo all’inizio della scrittura dell’episodio otto e non avevamo un copione completo il giorno che iniziammo le riprese, quindi abbiamo dovuto scrivere 24 ore al giorno per far sì che la produzione potesse continuare a girare.
Il commento più assurdo che hai mai ricevuto:
Plec: Su Kyle XY un giorno ricevemmo il commento “Kyle deve essere di più un supereroe” e il giorno dopo “Perché fa così tanto fumetto?”. Il giorno dopo ancora “Dobbiamo scrivere più per i ragazzi” e il giorno a seguire “Dov’è la roba che piacerà alle ragazze?”.
Preferirei delegare:
Plec: La parte del lavoro di cui non mi interessa particolarmente è sfortunatamente la parte del lavoro che non può essere delegata: essere nella stanza degli autori e iniziare una storia. Potreste chiedere a cento showrunner e almeno settanta di loro vi darebbero la stessa risposta. Damon Lindlof mi ha detto un paio di anni fa, dopo che gli dissi che io e Kevin avevamo bisogno di qualcuno bravo in questo: ‘Odio dirtelo, Julie, avevo bisogno della stessa cosa. Tu sei quella persona’. Quello è il momento in cui sei al massimo della tua insicurezza: quando fissi una lavagna Bianca.
Come mi sono fatto strada fra gli autori:
Plec: avevo stabilito due cose. Se non funziona, è perché è sbagliato. Non aver paura di cancellare tutto e ripartire da zero – anche quando sei in scadenza di consegna – è spesso il modo migliore di procedere. L’altra, per me, è dormire per otto ore di fila. Non importa quanto tardi stia sveglia a lavorare, devo dormire otto ore. Mi mantiene in forma, in salute fisica e mentale, nessun crollo psichico, sebbene ci sia andata senz’altro vicino.
Se potessi aggiungere un qualunque autore al mio staff, sarebbe:
Plec: la mia amica Liz Tigerlaar, che è una delle menti più vivaci e delle donne esilaranti e stupende.
Lo show che mi imbarazza ammettere di seguire:
Plec: credo che niente sia meglio per un buon pianto dello show della Fox So you think you can dance. Alle volte una storia viene raccontata in un balletto di cinque minuti meglio che in altre serie televisive.
Le tre cose di cui ho bisogno per scrivere:
Plec: Una cassa di Diet Coke ghiacciate, le mie cuffie Bose che mi isolano perfettamente dai rumori esterni e Pandora con la mia eclettica playlist, da Snow Patrol ad Adele a Josh Groban a Explosions in the Sky.
fonte
TVD Italia
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