lunedì 4 aprile 2016

THE ORIGINALS - 3×16 “ALONE WITH EVERYBODY”: IL RECAP

Ecco di nuovo il Recap di Sam80 dello staff di TVDItalia. Dopo quasi un mese, “The Originals” è tornato.
“Alone With Everybody”, sedicesimo episodio di questa terza, intrigante, stagione, inizia con classe, spiega il ritorno di un membro della Famiglia Originaria e si conclude con un bel colpo di scena.
La puntata segna, quindi, l’introduzione per l’ultima parte della stagione… in cui probabilmente otterremo la tanto sospirata spiegazione sulla profezia.

Permettetemi di fare un commento sull’inizio di questo episodio, poi tornerò seria.
Elijah che suona il pianoforte.
Ammetto di aver avuto un mancamento. Un inizio del genere davvero, davvero non me lo sarei mai aspettato.
Il Dio dei telefilm questa settimana mi ama. Cosa che un po’ mi allarma per il futuro, diciamolo, ma spero bene che il principio sia “Ciò che è dato spontaneamente è dato”, per cui non ci sarà alcuna batosta per compensare. Insomma, non sempre il karma deve essere bitch, no? Soprattutto quando qualcuno non ha fatto nulla di male, né chiesto di avere una tale grazia. Eh.
Ok, ora basta e vediamo di fare discorsi seri (comunque Elijah che suona il pianoforte è splendidamente splendido. Vampiro della Mia Esistenza, non cessi mai di ammaliarmi).
Mie considerazioni personali a parte, questo inizio è davvero di classe, anche perché non solo permette di creare una bella colonna sonora per l’episodio, non solo consente di ascoltare un po’ di sana buona musica, ma soprattutto perché serve da introduzione narrativa per tutto il resto.
Elijah, infatti, non è lì solo per allettare la sua immortalità con un po’ di divertimento artistico (cosa che, peraltro, rimanda sempre a quell’edonismo tipico dei Vampiri da Anne Rice in poi, cui spesso si è fatto cenno anche qui in “The Originals”), ma, celata sotto la voglia di fare arte, c’è l’intenzione dell’Originario di controllare la situazione di New Orleans, dopo gli eventi narrati nella scorsa puntata che hanno indotto Klaus a partire con Hayley e la piccola Hope.
E ci riesce alla perfezione. Ecco perché, complessivamente parlando, non poteva esserci inizio migliore per questo ritorno.
Come vediamo, la sua “missione” viene interrotta da Marcel e dalla Strix, decisa più che mai a proteggere il proprio Sire da questa minaccia non meglio identificata palesatasi nello scorso episodio. E proprio questo ci permette di collegarci al primo dei tre filoni narrativi della puntata, che sono l’asta, il viaggio di Hayley e Klaus e ciò che succede all’interno della Famiglia Originaria. I quali, poi, convergono tutti nel finale.
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L’Asta
La Strix, infatti, tramite Vincent, Josh e Marcel ci porta proprio a questo.
Vediamo Vincent attaccato da un gruppo di vampiri (che lui stende piuttosto agilmente), il cui capo è una vampira bionda che si presenta solo come “un sicario”. La cosa interessante è che questa vampira, Sofya, è protetta da una sorta di scudo magico, che impedisce a Vincent di metterla ko. Scudo protettivo opera di chi?
E’ proprio il ritorno di Josh (finalmente! Si è sentita la sua mancanza in ciò che ha riguardato Davina, poiché lui per primo era andato da Marcel a dirgli che dovevano faretumblr_o50lufVvit1tayp8jo6_250 qualcosa per salvarla) a chiarire la situazione, poiché il nostro adorabile vampiro, che non è più così imbranato, ha scoperto ciò che nemmeno la sofisticatissima Strix, così legata alle antiche tradizioni, ha saputo: in quella zona oscura delle rete dove si trova di tutto, un sacco di gente fa a gara per accaparrarsi l’unica arma sicura per uccidere un Originario.
Marcel, Vincent e Josh formano una squadra vincente e così vediamo questi esseri soprannaturali muoversi tra le tradizioni antiche, con motti in latino (“aliquid sub sole”), e la più avanzata tecnologia.Una squadra talmente vincente da riuscire anche a ingannare la nostra bionda assassina, che sottovaluta Josh, concentrandosi troppo sul fatto di riuscire ad avere la meglio perché lui è un vampiro giovane (che comunque sa difendersi… e finalmente vediamo anche lui in una scena d’azione).
Le dinamiche tra i tre sono sempre belle e interessanti: Vincent in quanto Reggente delle nove congreghe, Marcel in quanto capo della Strix (cosa che gli piace parecchio, diciamolo… che senta di aver ripreso il controllo sull’amata città, avuto per più di un secolo? Quindi non può non sorgere la domanda: vorrà mantenerlo, questo potere? Probabilmente sì. E questo come lo porrà nei confronti degli Originari?) e Josh perché apporta ironia e divertimento, oltre che intelligenza. E’ bello questo suo divenire sempre più sicuro di sé.
Il piano del trio riesce… E tuttavia, ecco che un’affermazione del nostro bel sicario suona piuttosto sinistra: per quanto colta indubbiamente di sorpresa, in macchina e nel vicolo, nel loft di Marcel Sofya afferma poi non solo di non poter svelare l’identità della persona per la quale lavora, pena la vita, ma anche che lei è dove “LUI” voleva che fosse, probabilmente in una sorta di scenario alternativo, un piano B, nel caso di fallimento di quello principale.
Sarò sincera, è qui che ho esclamato “Lucien!”, in una sorta di cupa e istintiva certezza.
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Tutta la parte dell’asta, con l’elenco di ciò che i partecipanti sono disposti a pagare pur di avere quel proiettile, apre uno spaccato non solo sui mezzi che i vampiri sono in grado di raggiungere (dei quali già Lucien e la stessa Strix sono un esempio), ma soprattutto sottolinea ancora una volta quanti siano i nemici di Klaus (cosa che, va da sé, si abbatte anche sulla famiglia) e fin dove siano disposti a spingersi per ucciderlo. E questo, a sua volta, ricorda che loro possono anche essere gli Originari, ma questo non assicura la loro incolumità, soprattutto quando si trovano a scontrarsi con vampiri antichi quanto loro o quasi, in un gioco mortale che, pertanto, è in sostanza ad armi pari.
E’ proprio questo che rende la stagione avvincente: lo scontro è quasi ad armi pari, ecco perché la minaccia è seria.

Hayley e Klaus
L’inizio della parte che li riguarda è la più leggera dell’episodio, che permette di alleggerire i toni, visto che si sfuma poi nella drammaticità successiva. Le prime dinamiche che vediamo tra i due, con questa faccenda delle modalità di viaggio e del necessario cambio di abiti, con le relative reazioni inorridite di Klaus, che si rifiuta categoricamente di abbassare e mortificare i suoi sofisticatissimi gusti e abitudini, sono esilaranti. Il cappellino fa ridere fino alle lacrime. E’ bello che inseriscano parti del genere, che si basano tutte sull’ironia e sul sarcasmo, perché questi ultimi sono un tratto distintivo di questi nostri amati vampiri, Klaus in particolare (non che Elijah ne sia privo, ad esempio, ma è meno graffiante e più elegante anche sotto questo aspetto, in accordo con il suo modo di essere). Inoltre, bisogna creare dei momenti di stacco e il sarcasmo è uno dei modi migliori per farlo.
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Ovviamente, si tratta solo di un momento passeggero, poiché la tappa del loro viaggio permette di scoprire uno spaccato interessante sulla vita di Hayley e, quindi, sui licantropi (quantomeno sull’ex branco di Hayley). E, come c’era da aspettarsi, la paranoia di Klaus è sempre dietro l’angolo, pronta a fare capolino, cosa che succede. La scena dello scontro tra i due è bella, le parole di Hayley rappresentano perfettamente la realtà dei fatti.
Per quanto sia tendenzialmente da escludere una svolta romantica tra i due, visto che sono entrambi innamorati di altre persone (e c’è davvero da sperare che non si replichi la nottata insieme come sfogo in ambito sessuale delle rispettive sofferenze e frustrazioni), la dinamica tra Hayley e Klaus funziona sempre, perché lei, come Camille, lo mette dinanzi alle proprie responsabilità, i propri errori, i propri difetti e le proprie paure. E Klaus, con queste due donne, non può fare a meno di incassare, perché perfettamente consapevole del fatto che hanno ragione; infatti, puntualmente si scusa con loro. Proprio queste due donne, dunque, sono strumento per mostrare la sua incredibile evoluzione, sulla quale Camille e Hayley hanno avuto notevole influenza.
Due sono le frasi centrali del discorso di Hayley: “Essere gentili non vuol dire essere deboli” e “Alla fine, i nemici che hai sono quelli che tu hai creato”.
La prima, perché tali rassicurazioni, da parte dei membri della famiglia di Klaus, sono assolutamente necessarie per lui, che è sempre in tensione, pronto a scatenarsi al minimo sospetto, e quindi per la sua evoluzione. Qui non si tratta di far diventare Klaus “buono”. Sono vampiri, ibridi… “buono” è un concetto decisamente non adatto. Non si tratta nemmeno di “rammollirlo”. Niklaus Mikaelson non si rammollirà mai e si vede, è sempre lo stesso, pronto prima ad ammazzare, poi, forse, eventualmente, magari sì magari no, a parlare. Qui si tratta, semplicemente, di fargli raggiungere un equilibrio, perché a volte esso è necessario e lui deve impararlo per il suo bene e quello delle persone che ama.

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La seconda frase, invece, serve a ricordargli il principio che è sempre stato presente in questo show, sin dalla prima stagione, espresso a voce alta nel finale della scorsa da Hayley (quando voleva portare via Hope proprio per metterla al riparo da tali minacce), da Kol nella scorsa puntata e divenuto quantomai concreto con Aurora, Aya, Tristan e, purtroppo, sembrerebbe anche Lucien e, in genere, la discendenza di Klaus (in particolare ma non solo).
Era proprio questo il discorso di Camille, nello scorso episodio: tralasciando il fatto che lei teme, comprensibilmente, che Klaus potrebbe avere una qualche personale reticenza a uccidere Aurora, visto che, invece, Klaus uccide velocemente e senza problemi (anche perché rivedendola lui non è rimasto proprio insensibile… ora noi sappiamo che lui la odia e voleva punirla, ma noi siamo gli spettatori, siamo tendenzialmente onniscienti, i personaggi non godono del nostro privilegio), ciò che lei teme è che si ripeta quanto già successo, visto che è stata uccisa proprio perché legata a lui. E ha ragione, perché se Aurora uscisse mai di lì, Camille sarebbe una delle prime persone prese di mira, per far soffrire Klaus, in quanto è la più facilmente raggiungibile e la più debole, visto che giovanissima vampira. Questo era il concetto della frase di Kol, “Avresti dovuto essere più gentile o lasciare meno persone in vita”Per quanto le punizioni inflitte a Tristan e Aurora (come a tanti altri) siano meravigliosamente terribili (e diano a noi molta soddisfazione), la verità è che punire i propri nemici alimenta il loro odio e, pertanto, la loro sete di vendetta, la quale si abbatte non solo direttamente su chi ha punito, ma prima di tutto sulle persone a lui care, poiché questo è il miglior modo di provocare sofferenza. Non una sofferenza fisica, che ha un limite, ma una emotiva, la quale è destinata a perdurare e a trasformarsi in una vera e propria tortura, per rimorsi, senso di colpa, di impotenza. Punire dà più soddisfazione, ma togliere di mezzo elimina eventuali pericoli. Aurora e Tristan sono potenziali pericoli, a maggior ragione perché, nel caso uscissero di lì (o anche solo uno), ognuno dei due vorrebbe punire Klaus anche per la sofferenza inferta all’altro, per aver sottratto loro l’amato fratello-l’amata sorella… e questo significherebbe cercare di restituire il colpo con la stessa moneta, ovvero colpendo le persone da lui amate. Camille è una di quelle, anche piuttosto in cima alla lista, ed è il bersaglio più debole, come già dimostrato.
Ecco il significato del discorso di lei a Vincent, nella quindicesima puntata. Ed è assolutamente vero.
Infine, molto bello e toccante il momento di Hayley con la povera ragazza: ci fa vedere qualcosa del passato di lei ed enfatizza ancora una volta la sua forza, la sua capacità di leader.

I Mikaelson
New Orleans, oltre all’asta, che si ricollega alla trama orizzontale di questa stagione, ovvero la profezia, ha un secondo filone narrativo, vale a dire le dinamiche interne alla Famiglia Originaria.
Una parte che dà profondità all’episodio, poiché fa emergere la sofferenza di questi personaggi: l’odio di Kol per Finn, che è suo fratello maggiore ma lo ha letteralmente ucciso, la sua necessità di ottenere “giustizia” per ciò che è stato inferto non solo a lui, ma anche a Davina, “Sono morto. Davanti a lei”, sottolineando ancora una volta la profondità dei sentimenti per la giovane strega, dunque il suo percorso evolutivo; la difficoltà che Elijah ha nel rapportarsi a Finn, poiché egli stesso ne è stato vittima; il tentativo di Freya di tenere tutto sotto controllo, perché lei non può fare a meno di amare suo fratello minore (non aver subito niente da lui di certo la aiuta parecchio), aiutata, nonostante tutto, da Elijah, che come sempre cerca di trovare una ragione, un equilibrio, una soluzione di dialogo.
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In particolare, troviamo due percorsi di sofferenza, proprio Kol e Finn. Il primo, come confida a Elijah, ha problemi a gestire la sua natura, perché nei mille e più anni della sua esistenza non lo ha mai fatto… la scena con Elijah è obiettivamente molto triste e la risposta di quest’ultimo terribile. Per quanto sia bello vedere finalmente questi due fratelli, maggiore e minore, il saggio e l’irrefrenabile, interagire, non ci si può non chiedere che conseguenza avranno le parole di Elijah su Kol, visto che esse sembrano escludere la benché minima speranza. Una cosa pericolosa, per Kol.

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Il secondo, Finn, è distrutto all’idea di essere condannato a restare vampiro per l’eternità, visto che Davina, per quanto giovane, da brava strega con gli attributi lo ha ripagato per quanto fatto a Kol. Una sofferenza che non può non far tornare in mente le parole di Esther nella 3×15 di “The Vampire Diaries”, “All My Children”“Sta’ calmo, Kol. Tuo fratello conosce virtù che tu non puoi nemmeno immaginare.”
In effetti, così ci venne presentato Finn, il più virtuoso di loro, in quanto quello che non ha mai voluto far del male a degli innocenti, quello che ha vissuto la natura del vampiro, con i suoi istinti, come un trauma, proprio per questo. Colui che ha vissuto come un’onta anche l’aver trasformato Sage, guidato dall’amore che provava per lei, dal suo desiderio di averla al suo fianco. Il tutto concettualmente è molto nobile, il problema è che questo ha reso Finn un esaltato, capace di far del male anche ai suoi stessi fratelli, arrivando addirittura a ucciderne uno (e uccidendo così anche un ragazzo innocente, Kaleb) pur di liberarsi di quella natura. E tuttavia, la sua disperazione colpisce, essendo tale da renderlo disposto a infilare le mani nel fuoco pur di recuperare l’arma che può ucciderlo direttamente. Soprattutto, colpisce Elijah, perché quello è pur sempre suo fratello maggiore e vederlo a un livello tale di disperazione non può lasciarlo indifferente. Comprensibile. Un bel momento, anche, carico di pathos.

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Peccato che.
Peccato fosse ovvio che non distruggere il proiettile non poteva risolversi così facilmente, non poteva non ritorcersi contro di loro. Insomma, Elijah, dovresti guardare “The Originals”, in tal modo lo avresti capito immediatamente. Anche tu, Marcel, peraltro. “Non sarà stato troppo facile?” – “Non sarò io dannatamente bravo?” Sì, lo sei Marcel, nessuno lo ha mai negato, il problema è che non lo sei solo tu.
E questo ci porta al colpo di scena finale.

Lucien
Come ho accennato prima, quando Sofya ha detto quella frase sul fatto di trovarsi esattamente dove il vampiro per il quale lavora voleva che fosse, in una cupa e istintiva certezza ho esclamato: “Lucien!”
tumblr_o50lufVvit1tayp8jo1_250In quel momento, sentendo quella frase, automaticamente mi sono resa conto che era l’unico in grado di muovere alla perfezione le pedine, poiché era quello che agiva dall’interno. E quando Elijah, al telefono con Klaus, ha posto la domanda retorica “E se tutto questo fosse una distrazione dal vero problema?”, la certezza è calata come un macigno. Conosci il tuo nemico.
Colpo. Di. Scena.
Lucien ha ingannato tutti perché, per quanto fosse inevitabile chiedersi se lui non provasse rancore per la perdita di Aurora a causa di qualcuno di cui si fidava (Klaus), per il secolo passato a fuggire convinto di essere un Originario, aveva altresì convinto loro (e noi, diciamolo pure) di aver superato tutto ciò, essendosi anche reso conto che Aurora è una pazza scatenata (e quindi meglio perderla che trovarla). E così abbiamo pensato che fondamentalmente lui volesse solo proteggersi, restare in vita… e che fosse, dunque, il più innocuo della Trinità. Ci siamo persino emozionati nel vederlo portare fiori a Freya.
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E invece pare che non sia proprio così.
Da questo, se davvero il nemico dovesse essere lui, Lucien ne esce come incredibilmente geniale e astuto. Certo, però, che le possibilità di vederlo con Freya a questo punto colano a picco come il Titanic.
(Riportate Stefan a “The Originals”, allora!)
(Immagino le risate sadiche di Plec, Narducci e compagnia bella.)
Le domande quindi sono: cosa vuole fare con il proiettile e con Freya? La famigerata bestia potrebbe essere lui, visto che è il primo che è stato trasformato? E ancora, ha aspettato e sperato che la sireline di Klaus venisse interrotta (nel caso il piano fosse anche stato ideato con Tristan, o Aya e Aurora) o ha colto l’occasione? E Vincent sarà suo alleato? Vero è che gli Spiriti Ancestrali sono in grado di far soffrire i Reggenti, ma questo suo cambio repentino è davvero inquietante e sorprendente, così come inquietante è la sua frase finale.

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